Rubrica Medica: Le Reazioni Trasfusionali

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Effetti avversi ad una terapia salvavita

Le Reazioni Trasfusionali

Dott. Luigi Paesano- Direttore del Centro Trasfusionale dell’Ospedale San Paolo

La trasfusione del sangue (siano globuli rossi, piastrine o plasma) è una terapia che, se rispettati i criteri di appropriatezza, ha lo scopo di salvare la vita di un paziente affetto da una malattia onco-ematologica che determina un’anemia oppure colpito da un’emorragia secondaria ad un’altra patologia o in corso di intervento chirurgico. Tuttavia, al pari di qualsiasi trattamento terapeutico, anche la trasfusione del sangue può avere effetti collaterali ed eventi avversi, anche molto diversi tra loro, definiti nel loro insieme “reazioni trasfusionali”.

Queste reazioni sono definite “acute” se si manifestano in corso di trasfusione o subito dopo, oppure “ritardate” se si riscontrano a distanza di giorni o addirittura mesi ed anni. Queste ultime non sono vere e proprie reazioni, ma conseguenze avverse dovute alla trasfusione e, per semplificare, sono essenzialmente riconducibili: alla trasmissione di malattie infettive col sangue, tipo epatiti e sindrome da immunodeficienza acquisita; all’accumulo patologico e dannoso di un quantitativo eccessivo di ferro nell’organismo nei soggetti politrasfusi, come per esempio i pazienti talassemici e con malattie del sangue; allo sviluppo di un’immunizzazione contro i componenti del sangue che rivelerà la sua presenza e la sua pericolosità solo in occasione di una ennesima trasfusione; queste tre reazioni ritardate possono produrre, alla fine di un processo patologico lungo anche anni, la morte del paziente.

Le reazioni trasfusionali acute possono invece determinare la morte del pazientenel corso della stessa trasfusione; sempre per schematizzare diciamo che sono dovute alla presenza nel paziente di anticorpi diretti contro i vari componenti del sangue;questi anticorpi si sono formati a causa di una precedente trasfusione o di un precedente trapianto e nella donna anche in corso di pregresse gravidanze e soprattutto aborti; la gravità può essere estremamente variabile da sintomi lievi (tipo febbre, prurito, tosse, dolore) fino ad avere un esito infausto.Gli anticorpi contro i globuli rossi determineranno una reazione emolitica;gli anticorpi contro le proteine del plasma determineranno reazioni allergiche, fino allo shock anafilattico; gli anticorpi contro le piastrine potrebbero intrappolare anche le piastrine native del paziente con conseguente emorragia (in genere cerebrale); gli anticorpi contro i globuli bianchi possono determinare da banali reazioni febbrili fino ad un’insufficienza respiratoria da edema polmonare acuto. A queste reazioni vanno poi aggiunti i possibili errori umani.

Tutto ciò è il motivo per il quale la trasfusione deve essere sempre evitata fino a quando possibile e non può (o meglio non dovrebbe) essere eseguita senza la pronta disponibilità di un medico in grado di riconoscere l’eventuale evento avverso ed intervenire di conseguenza.