Occorrono: Nuove Soluzioni per evitare le morte sul Lavoro.

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Nei giorni scorsi,  è morta in ospedale, senza riprendere conoscenza, poche ore dopo essere stata ricoverata d’urgenza per una caduta da una scala, del tipo utilizzato anche in casa, mentre lavorava tra gli scaffali della ditta “Daniele” di Arzano. La triste notizia ha scosso la comunità. L’ennesima vittima di questa strage di morti sul lavoro si chiamava Marjorie Angela García Cruz, 48 anni originaria di Milagro, Ecuador, residente da circa 14 anni in Italia.

Marjorie, nata il 6 febbraio 1976, aveva costruito la sua vita in Italia con dedizione e lavoro duro.

Dopo aver lavorato come domestica a Napoli, Da circa un anno e mezzo, lavorava come operaia presso l’azienda ad Arzano. Ieri, durante lo svolgimento delle sue mansioni, Marjorie sarebbe caduta accidentalmente da una scala, riportando una commozione cerebrale.

Secondo quanto riferito, i Carabinieri stanno ora conducendo un’indagine sull’azienda per chiarire le dinamiche dell’incidente e verificare l’osservanza delle normative di sicurezza sul lavoro. I carabinieri hanno avviato un’indagine con il supporto del personale della ASL e dell’Ispettorato del lavoro. La donna lascia una figlia di 14 anni e la sua tragica fine ha gettato nel dolore le comunità di Arzano e Frattamaggiore dove aveva lavorato

Sono 898 i morti sul lavoro nei primi 10 mesi del 2024. Questo dicono i dati rilasciati da Inail lo scorso 5 dicembre e relativo appunto al periodo compreso tra gennaio e ottobre. Ad oggi siamo di poco oltre i 900 morti. Diciamo anche che oltre il 50% avvengono lontano dal posto di lavoro. Sono considerati morti sul lavoro anche quelle persone che muoiono mentre si recano al lavoro, o dal lavoro tornano a casa. In ogni caso parliamo di quasi 450 persone che muoiono mentre sono al lavoro, uno e mezzo al giorno. Una cifra insopportabile. Non è mai giusto morire a causa di un incidente, ma è insopportabile pensare che si muoia mentre si è al lavoro.

Una statistica ci dice che i morti sul lavoro più numerosi sono nel campo edile.

Di chi è la colpa? Verrebbe facile da rispondere che la colpa è dei datori di lavoro. La prevenzione costa, inoltre spesso porta a ritardi sul lavoro stesso. Ed il tempo, lo sanno tutti, è denaro.

Ora che ci siano responsabilità in alcuni casi del datore di lavoro è un fatto oggettivo. Ma spesso la colpa è dei lavoratori stessi. Che per incuria non indossano, per dirne una, un copricapo che li possa proteggere.  Capita talvolta che incuria, per distrazione, o fosse anche perché certi tipi di protezione sono fastidiosi, che i lavoratori omettano di indossare ciò che il datore di lavoro mette loro a disposizione per proteggersi. Per quanto i morti siano più di uno al giorno in Italia, nessuno pensa che possa capitare a loro.

Spesso la fretta è degli stessi lavoratori. Che per fare prima, per rispettare una scadenza incassando un premio, o magari anche solo per tornare prima a casa tralasciano di seguire le procedure di sicurezza.

Poi ci sono incidenti mortali dovuti a fatalità, e su questi c’è poco da fare, ma possiamo dire che si tratta di percentuali quasi irrisorie. Cosa fare per provare a ridurre i morti sul lavoro?

 

Certo è difficile se non impossibile evitare i morti dovuti a fatalità. Ma si tratta di una piccola percentuale, come detto. Poi si può fare qualcosa per evitare almeno in parte gli altri incidenti mortali. La prima cosa da fare, da imporre, sono corsi di preparazione per i lavoratori. E’ giusto che sappiamo bene cosa fare, e soprattutto i rischi che corrono. Perché si sa bene cosa si rischia, quanta gente muore, magari si evitano certi comportamenti. Il fastidio di indossare un cappello che protegge il capo diventa irrisorio se si conosce davvero che non indossarlo si rischia di morire, soprattutto se si sanno bene quanti sono i morti. A volte l’informazione è fuorviante. Un conto è dire che ci sono un tot di morti sul lavoro, altro è dire che sono morti per colpa loro, per non aver seguito le procedure.

Quanto alle responsabilità del datore di lavoro serve un maggior controllo da parte degli ispettori del lavoro, che devono garantire la presenza di ciò che serve per la sicurezza. Massima rigorosità, e punizioni certe.

La verità è che certi lavori sono pericolosi, ma che si possa fare qualcosa per ridurre il numero delle vittime.