L’occasione è stata offerta dall’Orchestra Luigi Cherubini, nata da un’intuizione del Maestro Riccardo Muti venti anni fa. Il luogo per il ritrovo è stato la Chiesa del Cristo Redentore. L’evento, la chiusura dalla tournèe primaverile della” Cherubini”, che si è esibita nelle “Quattro stagioni”, opera celeberrima di Antonio Vivaldi. L’Orchestra,fondata a Piacenza e a Ravenna nel 2004, ha voluto chiudere la sua stagione nella città natale del Prefetto di Ravenna, come da lui espressamente chiesto al Maestro Muti che l’ha accontentato. Una doppia esibizione a titolo gratuito. Il personaggio più atteso non si è però esibito, ma la sua presenza non è certo passata inosservata. Il personaggio in questione è Castrese De Rosa, Prefetto di Ravenna, originario di Arzano. Prima di superare il concorso che l’ha portato al Ministero dell’ Interno nel 1987, fino al ruolo apicale di Prefetto, ad Arzano era molto conosciuto.
Da giovane ha iniziato a fare il giornalista. Si occupava soprattutto di calcio, seguival’ Arzanese. Corrispondente di Sport Sud e lo Sport, Campania Sport, Roma e infine del Mattino. Fare il giornalista è sempre stata la sua grande passione. Negli anni 80′ è stato uno dei fondatori del giornale “Idea”, mensile arzanese, insieme a Nicola Bassolino.
Un giornalista concreto e pronto a dare voce a tantissime persone, soprattutto alle fasce deboli. A lungo aveva covato la speranza di essere assunto al Mattino, giornale per il quale era corrispondente da Arzano, e si occupava oltre che di calcio, anche di cronaca bianca e nera. In attesa della chiamata dal principale quotidiano dell’Italia meridionale non era stato certamente con le mani in mano. Non si era mai fermato con gli studi, conseguendo la laurea in Giurisprudenza. Ed una volta concluso il suo percorso universitario, ha partecipato al concorso per intraprendere la Carriera Prefettizia.
L’ha vinto, e dopo la Prefettura di Terni sua prima sede, ha proseguito la sua carriera,fino a raggiungere la nominaa Prefetto, ricoprendo l’incarico prima a Lecco e dora a Ravenna, con concrete possibilità di chiuderla in una sede ancora più ambiziosa. Il 16 aprile scorso nella Chiesa del Cristo Redentore, in tanti hanno voluto portare il saluto al loro concittadino che non li ha mai dimenticati, anche se per fare carriera ha dovuto lasciare la terra natia. Ma Arzano gli è rimasta nel cuore. Ed anche in questa occasione ha voluto dare un contributo concreto, offrendo la sua ricetta per risollevare le sorti di una città che sta cercando, tra mille difficoltà, di riemergere dopo ben tre scioglimenti del Comune.
“Date spazio ai giovani – ha dichiarato il Prefetto –Aprite lo stadio Sabatino De Rosa, in quella struttura c’è la nostra storia, rappresenta l’identità degli arzanesi. Una terra, la mia Arzano, che merita rispetto, incoraggiamento, sostegno e questa grande esibizione dei giovani musicisti della Luigi Cherubini rappresenta un enorme volano“.
Castrese De Rosa è molto legato alla sua città. Anche se da anni vive lontano e per motivi di lavoro ha girato l’Italia da Sud a Nord, ha mantenuto un legame fortissimo con le sue origini. E si rammarica della considerazione, tutt’altro che positiva, di cui gode. “Arzano non è solo terra di camorra,-ci tiene a precisare-ma ci sono tante realtà da far emergere e potenzialità inespresse. Recentemente a Ravenna ho incontrato il Procuratore di Napoli Nicola Gratteri, venuto a presentare il suo libro scritto con Antonio Nicaso “Complici e colpevoli”.Nella dedica mi ha scritto: “ci sono loro ma ci siamo anche noi, caro Prefetto”.
Questo a testimoniare che in questo territorio c’è la camorra ma ci sono anche tante persone oneste che si battono per contrastarla. In che modo? “ Facciamo squadra e vinciamo questa battaglia,” ha detto Castrese De Rosa.
Nella Chiesa del Cristo Redentore c’era anche il Prefetto di Napoli Michele di Bari. Di Bari haconosciuto De Rosa quando era a Reggio Calabria e il Prefetto di Ravenna ricopriva allora l’incarico di Coordinatore della Commissione Straordinaria di Platì in Aspromonte.
Una serata da ricordare e che deve far riflettere tutti! La cultura, l’arte, la musica possono essere ingredienti per il riscatto sociale di un territorio, soprattutto se c’è materiale umano capace e sorretto da passione ed entusiasmo, pronto a dare il proprio contributo alla città.