LA DEA BENDATA NON ABBANDONERA’ CASAVATORE: SCONGIURATA L’IPOTESI DELLA COMPETENZA DEL GIUDICE DI PACE DI AVERSA

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Annaspa l’ufficio del Giudice di Pace di Casoria, del cui mandamento fa parte anche Casavatore ed Arzano: nelle cancellerie c’è urgente bisogno di personale per smaltire l’elevata mole di lavoro, destinata a lievitare ulteriormente, poiché da quest’anno saranno attribuite alla giustizia di prossimità ulteriori competenze in materia di diritti reali e condominiali.

Per far fronte a siffatte esigenze, il Comune di Casavatore ebbe a stipulare apposita convenzione con gli altri due comuni ricadenti della giurisdizione della citata autorità giudiziaria, in virtù della quale avrebbe dovuto destinare agli uffici amministrativi del presidio di giustizia in parola un proprio dipendente. Tuttavia, preso atto che nessuno di questi avesse manifestato la propria disponibilità in tal senso, il Comune è rimasto inadempiente rispetto alla stipulata convenzione, esponendo i cittadini alla deprecabile conseguenza di doversi recare ad Aversa ogniqualvolta avessero necessitato del servizio giustizia. Poco male, a parere dell’Amministrazione comunale appena sciolta; anche perché cosa avrebbe mai potuto fare se nessuno dei dipendenti aveva riscontrato il proposto interpello?

Ma non è stato dello stesso avviso il Commissario prefettizio. Che ha sì riproposto l’interpello; ma ha anche precisato che “la manifestazione di interesse non è vincolante per l’Amministrazione che può, a suo insindacabile giudizio, assegnare la risorsa umana tenuto conto delle esigenze organizzative dell’Ente”. Dunque, se l’interpello dovesse andare deserto, il Comune destinerà, comunque, d’ufficio un proprio dipendente al Giudice di pace di Casoria, così come convenzionalmente convenuto.

È stato, di tal guisa, garantito il corretto funzionamento degli uffici giudiziari in questione, e, soprattutto, è stato scongiurato il rischio della “deportazione” dei casavatoresi richiedenti giustizia in terra aversana, dove ha sede l’Ufficio del Giudice di pace, che da anni versa in condizioni che rasentano un vero e proprio diniego di giustizia.

Ancora una volta, dunque, il Commissario merita il plauso di tutti coloro che, vivendo in un territorio dove impazza il malaffare, l’illiceità e l’arbitrio, proprio non possono rinunciare anche alla Giustizia di prossimità, dopo i duri colpi inferti dalla politica allo sport (il campo sportivo ancora non ha aperto i battenti, laddove il palazzetto dello sport langue da tempo immemore), alla sanità (la locale ASL ha solo competenze marginali), all’istruzione (la Benedetto Croce, dopo essere stata demolita in circostanze al chiaro-scuro, è sempre in attesa della ricostruzione, la De Filippo è poco più di un rudere, di asili nido e scuole superiori manco a parlarne).

E pensare che gli “aguzzini” dei casavatoresi, sedicenti rappresentanti del popolo, pur di non mollare il loro amato scranno, prima di affondare sotto l’ondata di una sfiducia, che rimane l’unico atto edificante della pregressa consiliatura, lanciarono un singolare s.o.s: “se anneghiamo arriva il Commissario”! Ma l’arcana predizione non scoraggiò i fustigatori, che tennero per sé l’ancora di salvezza.

E, così, è giunto il Commissario. Il quale, come paventato dai naufraghi, ha “osato” mettere mano al PUC, al regolamento di polizia urbana, alla giustizia e alla sicurezza.

Ma gli sventurati marinai del mare nostrum, confortati nell’approssimarsi del miracolo della resurrezione, sperano di poter incarnarsi in coloro che “Striscia la notizia” suole definire “i Nuovi Mostri”.

E allora godiamoci il momento, gioiamo per questa tregua, per questa parentesi di agognata civiltà, per questo dono provvidenziale e raro del destino.