DALLA SARDEGNA ALL’UMBRIA PASSANDO PER LE EUROPEE: UN ANNO ELETTORALE

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Nell’anno che è alla fine delle corsa si sono tenute le elezioni regionali in 7 regioni italiane (6 a statuto ordinario e 1 a statuto speciale-Sardegna), le elezioni europee e il rinnovo di 3715 Amministrazioni Comunali.

4 regioni al centro-destra o destra;

3 regioni al centro-sinistra o campo largo e/o progressista.

Se non ci fosse stato il rifiuto del M5S all’alleanza con Azione(Calenda) in Basilicata e la polemica di Conte con Grillo (M5S) pochi giorni prima delle elezioni in Liguria, il risultato sarebbe stato ribaltato.

5 o 4 regioni al centro-sinistra

2 o 3 regioni al centro –destra.

All’indomani delle ultime elezioni europee il Commento Politico, giornale online, scrisse che il declino del centro –destra o destra (ndr) era iniziato.

Fratelli d’Italia aveva ottenuto il 28,8 per cento dei voti (+ 2,8 % delle politiche del 2022) a seguito della diminuzione dei votanti, ma perdendo in valore assoluto 600mila votanti.

Anche il partito di Elly Schlein fu vincitore.

Il Partito Democratico a giugno raccolse il 24,1 per cento dei consensi (alle politiche del 2022 fu del 19%) con un aumento di 200mila voti in termini assoluti.

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Il risultato di Emilia-Romagna e Umbria sembra confermare che l’esperimento di destra in Italia è in evidente difficoltà.

La strada che ha davanti la destra di governo è irta di problemi.

Il primo è l’Autonomia Differenziata.

Una legge di 12 articoli, approvata per far piacere alla Lega, nell’ambito dello scambio con Fratelli d’Italia e Forza Italia, ha ricevuto 7 rilievi di incostituzionalità da parte della Corte Costituzionale e ciò costituisce quasi un record!!

Il Ministro Calderoli, lo stesso del porcellum, ha sostenuto che 7 rilievi sono poca cosa rispetto agli oltre 40 rilievi di incostituzionalità proposti dalle regioni ricorrenti.

E’ una difesa maldestra come ha giustamente  scritto il richiamato giornale online.

Il secondo problema sono le elezioni regionali in Veneto nel 2025.

Fratelli d’Italia, il partito della Meloni, forte del 40% ottenuto alle europee in Veneto reclamerà la candidatura del Presidente che la Lega, in perdita di consensi e in caduta libera, difenderà a denti stretti.

Poi c’è il Premierato con l’alto rischio di essere cancellato nel Referendum.

Infine la riforma della giustizia, reclamata come un testamento politico da Forza Italia, sulla quale i primi a dissentire dal Ministro Nordio sono i Fratelli d’Italia.

E dulcis in fundo c’è una Premier che parla e si comporta come Capo-partito e non come Rappresentante di tutto il popolo, di chi ha v votato a favore o contro il centro- destra.

Sullo sfondo c’è la crescita del partito dell’astensione perché i partiti non esistono più.Sono Comitati Elettorali!!!

Furono cancellati nel 2005 col porcellum!

C’è in Italia un autoritarismo strisciante molto pericoloso, il tentativo di imbavagliare la carta stampata, televisione di Stato adusa ad obbedir tacendo,5,7 milioni di poveri, una sanità pubblica allo sfascio, una scuola pubblica ridimensionata a vantaggio di quella privata, il taglio delle risorse in molte Università.

Siamo a nostro modesto parere- all’inizio di una stagione analoga a quella dell’autunno caldo del 69 che- innanzitutto –fu una rivoluzione.

Le proteste degli studenti delle ultime settimane, i tanti scioperi in itinere ne sono una prova.

 

SEBASTIANO PAOLONE