Cimitero consortile, l’Autorità nazionale anticorruzione pretende chiarezza.

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Cimitero consortile, l’Autorità nazionale anticorruzione pretende chiarezza.
Cimitero consortile, l’Autorità nazionale anticorruzione pretende chiarezza.

Pochi giorni fa l’Anticorruzione (ANAC) è intervenuta su talune anomalie riscontrate presso il Consorzio Cimiteriale tra i Comuni di Casoria-Arzano-Casavatore, puntando il dito, in particolare, sul cumulo di incarichi conferiti all’odierno Direttore consortile, cosiddetto “ad interim”.
È noto che quest’ultimo, oltre a sedere sulla poltrona direzionale, è altresì responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT), responsabile degli affari generali, nonché degli affari finanziari e contabili. Con la conseguenza che si ritrova ad adottare atti fornendo egli stesso il relativo parere di regolarità tecnica, oltre che quello di regolarità contabile. Le stesse attività gestionali a più alto rischio di corruzione sono svolte senza che un organo terzo, quale dovrebbe essere il RPCT, possa espletare gli eventuali controlli previsti ex lege.

In buona sintesi, come precedentemente osservato, l’organo di gestione controlla se stesso.
L’organismo indipendente di valutazione (OIV), pertanto, ebbe a segnalare che, in ragione di tale anomala molteplicità di ruoli, il Direttore si sarebbe trovato sovente nella condizione di doversi astenere. E tanto, con ogni evidenza, avrebbe intralciato l’attività del Consorzio.
Lo stesso presidente del Consiglio consortile uscente, nel mese di luglio dello scorso anno, sottopose la questione all’attenzione dei sindaci dei Comuni consorziati, esortandoli, invano, a rimuovere l’increscioso ed illegittimo conflitto paventato.

Inevitabile, allora, l’intervento dell’Autorità Anticorruzione, che, sulla scia delle considerazioni svolte dall’OIV, dr. Ciro Di Matteo, e dall’ex Presidente, avv. Giuseppe Salzano, ha chiesto spiegazioni in ordine alla mancata rimozione delle suesposte criticità.
La patata bollente passa ora all’Assemblea dei Sindaci. Che, questa volta, non potrà rimanere inerte, sebbene non disponga di molte alternative. Anzi, delle due l’una: o procede alla nomina del direttore titolare, previa designazione da parte del Comune di Casavatore, oppure individua quale responsabile anticorruzione un soggetto diverso dall’odierno direttore.
Nondimeno, non pare vi sia tra i dipendenti del Consorzio persona in possesso dei requisiti necessari per l’affidamento della delicata incombenza di responsabile anticorruzione.

Se così fosse, l’unico rimedio atto a scongiurare il lapalissiano conflitto di interesse potrebbe passare attraverso il conferimento dell’incarico di RPCT ad uno dei segretari comunali dei Comuni consorziati. I quali, però, difficilmente, vorranno accettare – soprattutto in un momento storico in cui il Consorzio, attese le recenti vicende, sembra essere sotto i riflettori delle Autorità – un incarico oltremodo gravoso da svolgere con tanta diligenza e altrettanta solerzia, anche in considerazione delle numerose anomalie denunciate dal Presidente uscente nella pregressa consiliatura. Anomalie, cui i recenti sviluppi sembrano conferire un elevato indice di veridicità ed attendibilità. Il che lascia presagire che altre nuvole sovrasteranno minacciose il cielo di Via Porziano.