CASORIA PERDE UN PROTAGONISTA DELLO SPORT CITTADINO E NON SOLO

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È scomparso a ottantotto anni da poco compiuti Giovanni Ferrara (qui in una foto di quando svolgeva attività agonistica), una vita spesa per il tennis. Nato nel 1936 a Casoria, come ricorda il figlio Pino, inizia a giocare a tennis nel 1974 al Circolo Partenope. Sono gli anni in cui il tennis, considerato sempre uno sport minore, grazie ai successi di Adriano Panatta e della squadra che poi conquisterà la prima Coppa Davis della storia per i colori azzurri insieme a Paolo Bertolucci, Corrado Barazzutti e Tonino Zugarelli guidati da Nicola Pietrangeli, altro faro della storia del tennis tricolore, attira l’attenzione di tanta gente. Giovanni Ferrara conosce la famiglia Castaldo, discendente del cardinale Alfonso Castaldo, in particolare Aniello, che aveva da poco aperto dei campi da tennis con annessa piscina in via Pio XII e prende in gestione i primi. Qui, divenuto istruttore, fonda una scuola, organizza tornei, e dai suoi insegnamenti vengono fuori giocatori di buon livello nazionale, tra cui proprio il figlio Pino e diversi maestri di tennis cittadini come Dominik Li Calzi, Aldo Russo, Giancarlo Sarnella e Maurizio Sarnella. Tocca ora proprio a Pino, che guida la scuola paterna insieme a Francesco Grande, continuare questa importante e preziosa tradizione, per consentire a tante persone di fare attività fisica in modo sano essendo il tennis uno sport completo e, chissà, magari creare opportunità per nuovi futuri campioni. “Giovanni Ferrara, mio padre” ricorda Pino “Ero poco più’ di un bambino quando un giorno mi chiese – Ma a te piace veramente giocare a tennis? – La risposta non usci’ dalla mia bocca, ma i miei occhi parlarono e guardandomi lui capi’ che il tennis sarebbe stata la mia vita. La sua costante presenza mi ha dato la forza più’ grande: quella di credere in me stesso ed in tutto quello che avrei fatto sia nel tennis che nella vita. Il mondo per Giovanni e’ bello: davanti a lui un orizzonte di scoperte ed avventura. Non e’stato solo il mio maestro di tennis, ma mi ha insegnato che le passioni rendono una vita speciale come la sua”     (Otello Salice)