Casoria, In festa per Santa Cristina, ricordando il giovane Santo Romano.

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Romano, Il ragazzo ucciso da una mano omicida  semplicemente per aver osato, involontariamente, sporcare le scarpe di colui che resta un essere qualificabile esclusivamente quale assassino imperdonabile: e proprio tale aspetto ha sottolineato , con amarezza, la madre di Santo, ex allieva dell’istituto Brando, ora docente , formata
dunque ai valori cristiani: no, lei non riesce a perdonare il carnefice della sua creatura! E’
comprensibile, è umano …siamo certi che il tempo farà la sua parte ma perdere un figlio in maniera tanto barbara è ingiustificabile rende, almeno al momento, improponibile l’idea del perdono immediato: noi auspichiamo che col sostegno di Santa Cristina, questa mamma angosciata, disperata, adirata certamente, possa trovare la pace
del cuore e con essa la capacità di perdonare chi l’ha privata di un bene così grande ed insostituibile, qual è un figlio. A sottolineare ulteriormente quello che fu il carisma di santa Cristina, improntato alla carità, il giorno successivo, è stato un entusiasmante spettacolo diretto dal professore Silvestri, che ha avuto per protagonisti gli allievi
dell’istituto ed al quale hanno preso parte anche i ragazzi della compagnia “Ombre di Luce”, facente parte del centro AIAS. Il 19 gennaio, una solenne veglia ha visto partecipi laici e consacrati di un tempo di profonda comunione con il Santissimo Sacramento. Si è giunti così al giorno tanto atteso, il 20 gennaio, suggellato da una solenne
concelebrazione, presieduta dal S.E. Monsignor Francesco Beneduce, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Napoli. Molto interessante il passaggio dell’omelia del Presule, in cui egli si è ispirato a Sant’Agostino allo scopo di realizzare un confronto con Santa Cristina: in realtà, così come l’Ipponate trovò la pace interiore solo e unicamente riposando il suo cuore e la sua mente in Dio, allo stesso modo, l’Innamorata dell’Eucarestia otteneva un beneficio
incommensurabile dal porre in essere un amore instancabile verso l’Altissimo, che si traduceva nell’adorazione perpetua a Gesù sacramentato. La gioia di questo intenso momento di festa, riflessione e rinnovamento interiore è stato vissuto
anche dalle altre congregazioni religiose di Casoria che hanno partecipato all’evento, così come  sicuramente sono stati intimamente coinvolti da questo clima di preghiera e di revisione interiore i rappresentanti dell’Amministrazione Comunale.
Insomma, il clima che sempre si crea nel magnifico tempio di Gesù Sacramentato di Casoria, in questa come in altre occasioni, alimenta in ciascuno il desiderio di percorrere le orme lasciate da Santa Cristina: non si tratta, ovviamente di
consacrarsi ma di credere fermamente che è necessario farsi “ostia d’amore” per il prossimo, accogliere, sacrificare il proprio umano egoismo, perché solo amando si
realizza il progetto di un Dio che è morto per amore.
                                                                                      Margherita De Rosa