CASAVATORE, SE LA MAGGIORANZA È DIVISA, L’OPPOSIZIONE NON È COESA

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In seguito al tentativo del sindaco di divincolarsi e smarcarsi da chi – a detta di un consigliere della maggioranza – lo teneva in ostaggio, i sorveglianti sono insorti, lasciando il primo cittadino solo con i salvatori, mentre a Casavatore i cittadini ancora si interrogano su chi, tra carcerieri e redentori, si fosse, come riferito in Consiglio comunale, accidentalmente imbrattato le mani nel tentativo di attingere la marmellata dal relativo barattolo; anche le stelle hanno abbandonato il sindaco al proprio destino. Tuttavia questi, pur in assenza della luce emanata dagli astri di quella che fu la sua maggioranza,  non è rimasto a brancolare nel buio: si è dimesso, schivando così anche le forche caudine della paventata mozione di sfiducia. Ma la sua abdicazione è davvero sui generis, palesandosi più come invito alla riconciliazione, che come dimissioni; delle quali ha il solo nomen iuris. In tal senso, il contenuto appare inequivocabile: <<L’unico modo per poter continuare a costruire il “bene comune” è superare le divisioni interne ed i particolarismi di partito, in assenza di un atto di responsabilità collegiale e consapevole, sarebbe impossibile andare avanti per i prossimi mesi e sarebbe ingiusto per la gente di Casavatore>>. Non il solito J’accuse da dimissionario, insomma, ma una laconica omelia con annesso invito ai suoi fedeli ad essere responsabili per il “bene comune”. E siccome tra i suoi adepti non difettano persone e personaggi responsabili, pare che il suo invito non dovrebbe restare lettera morta: un rimpasto purificatore dovrebbe depurare la giunta da qualche scoria nefasta, foriera del mal di pancia, evidentemente procurato anche dalla cattiva qualità della composta prelevata dal barattolo incriminato.

Il sindaco ci crede; e in un’intervista rilasciata ad una TV locale si è dimostrato ottimista al punto tale da passare da sindaco, di fatto, sfiduciato, e, comunque, dimissionario a primo cittadino in pectore. A riprova di tanto ha finanche dichiarato che – come se avesse ricevuto l’incarico di premier dal Colle – a breve avrebbe “iniziato le consultazioni”. Fantapolitica? Beh, Freud risponderebbe che c’è un granello di verità che si nasconde in ogni delirio.

Sull’altro fronte l’opposizione non appare coesa, mentre i cosiddetti “congelati” sembrano aver perso anche l’uso della parola per effetto della protratta ibernazione.

Netta la posizione dei consiglieri Marino, Russo e Alessio: “In Consiglio comunale siamo sempre stati convintamente opposizione e resteremo tali” hanno dichiarato. “Per nulla al mondo sosterranno un sindaco che ha letteralmente devastato Casavatore, palesando nella recente, famigerata vicenda della rocambolesca acquisizione della “rampa della discordia” al patrimonio comunale un contegno antidemocratico e scellerato che ha minato nel profondo la credibilità e l’autorevolezza, già ridotta ai minimi termini, del primo cittadino” hanno perentoriamente aggiunto, evidenziando altresì il rifiuto da parte dei transfughi della maggioranza di sottoscrivere la mozione di sfiducia da loro elaborata, e non protocollata proprio per insufficienza dei firmatari a tal uopo occorrenti per legge.

Ad ogni buon conto – indipendentemente dalla mancata adesione da parte degli altri colleghi consiglieri  alla proposta mozione – Marino, Russo e Alessio, nel  preannunciare che in Consiglio comunale non faranno sconti di sorta, e che in quella sede, così come in tutte le altre, saranno più intransigenti che mai, concludono stigmatizzando aspramente il modus agendi di chi ancora si ostina a non voler staccare la spina: “Di fronte a tutte le incresciose vicende presenti e passate, di fronte ad esempi deontologicamente riprovevoli di intendere la politica ed a capacità camaleontiche nauseanti, di fronte al ghigno dei mediocri ed al falso moralismo degli yes-men, diciamo basta per non sentirci accomunati in nulla a chi regala i propri sogni per calcolo politico ed interessi personali.”