Archiviato, dopo l’ennesima sfiducia ricevuta, il Sindaco Maglione e consegnato il suo nome alla storia di Casavatore per i ripetuti e clamorosi insuccessi, subito dopo le vacanze natalizie che hanno concesso un breve riposo ai politici locali, si è passati decisamente alla gran frenesia della campagna elettorale. I partiti, ma principalmente i massimi esponenti che, da anni, detengono intemeratamente il potere, si sono subito attivati onde garantirsi il nuovo mandato che, verosimilmente da maggio prossimo, consentirà ai soliti potentati, alle solite famiglie e ai soliti logori figuri di conservare il potere di governo del Paese. E, come nella celebre romanza da I Pagliacci del Leoncavallo, ciascuno di essi, già intento a preparare il suo ritorno sulle scene, “veste la giubba e la faccia infarina” apprestandosi a raccogliere, attraverso il più classico degli inganni teatrale, il benevolo consenso degli ignari cittadini attraverso le solite false promesse, il più becero clientelismo, le spudoratamente volgari mistificazioni, le classiche menzogne e le colpevoli compiacenze. Tutto, insomma, pur di continuare a detenere il potere rendendo, al tempo stesso, pessimo servigi ai cittadini di Casavatore.
E’ ancora, infatti, sotto gli occhi di tutti la pantomima orchestrata dal PD che, ancora una volta e per la terza volta in meno di 15 anni, si è reso protagonista della caduta di un Sindaco, benchè precedentemente accettato o addirittura imposto: il tutto giustificato in nome dell’avvio di una nuova stagione del buon governo e del superamento di vecchi e consunti schemi per mezzo di un cambio radicale di classe dirigente. In forza di queste asserzioni il Paese dovrebbe attendersi dal PD uno scarto epocale tale da consentire al Paese di entrare in una stagione di sviluppo. Dovrebbe attenderselo, ma…. Temiamo, tuttavia, che dovrà attendere a lungo dal PD un tale cambio di rotta. Il PD si qualifica sempre più per essere divenuto un partito tossico e buono più a scassare le amministrazioni, piuttosto che farle vivere, crescere e operare. Oltre ad essere, da decenni, strumento operativo di una sola famiglia di potentati locali intenti esclusivamente e sistematicamente alla propria autoreferenzialità in ogni qualsivoglia circostanza ove sia possibile trarre un concreto vantaggio. Allo stato, secondo i movimenti intercettati sul territorio, il PD avrebbe intenzione di dare vita ad una coalizione incentrata ovviamente su di sé e corroborata dai soliti 5Stelle, ridotti ormai più a servitori che alleati, nonché ad un’altra lista alla quale, tuttavia, non vi sarebbero ancora apprezzabili adesioni. Per la verità, un po’ pochino, per rappresentare una seria e credibile pretesa di vittoria. Tenuto conto del fatto che, per questa probabile coalizione, non emerge ancora alcun nome di candidato sindaco, se non dei soliti famigli. Ma anche tenuto conto che le vicende ultime pesano come macigni sulla credibilità del PD, mentre i grandi successi delle Europee scorse, in uno scenario completamente diverso, appaiono lontanissimi e non replicabili, mentre le polemiche e le violente critiche interne di alcuni noti esponenti, rendono ancora più difficoltoso il cammino dei Democratici su questo impervio sentiero.
Sugli altri fronti, intanto, sempre secondo le indiscrezioni raccolte negli ambienti politici, si preparano altri schieramenti i cui candidati sindaco sarebbero già ampiamente noti e acclarati. A cominciare da Vito Marino, l’uomo che aveva acquistato il biglietto vincente della Lotteria di Capodanno ma l’aveva perso. Colui il quale, pur avendo vinto, a dispetto delle previsioni, inaspettatamente e clamorosamente le elezioni per soli due voti, si era poi fatto giudizialmente rimuovere da Luigi Maglione, un altro sfigato, cacciato alla fine dai suoi stessi sostenitori. Marino starebbe organizzando una sua coalizione: una coalizione definibile “a porte aperte” dalla quale entrano ed escono continuamente candidati e liste ma della quale, tuttora, non si capisce da chi effettivamente sarebbe composta. Insomma, rifiutando di credere che, sia il PD che Marino abbiano aspirazioni al suicidio politico, non si può che prevedere che verosimilmente entrambi, alla fine, potrebbero finire nell’unificare le rispettive debolezze. D’altronde, non sveliamo certamente il mistero di Bellavista, ricordando che l’ultimo scorcio di Consiliatura, a partire da poco prima delle elezioni europee e fino al defenestramento di Maglione, tra il PD e Marino vi è stata una forte intesa politica, elettorale e amministrativa. E quindi attualmente questi ultimi solo strumentalmente starebbero viaggiando divisi per colpire, invece, uniti.
Su di un altro e diverso versante è, da tempo, in avviata fase di allestimento un altro polo aggregativo il cui candidato sindaco parrebbe già individuato in Fabrizio Celaj, giovane avvocato, ma principalmente figliolo di Lorenza Orefice, già controverso sindaco ma, comunque, protagonista della vita politica locale. Più d’una sarebbero le liste pronte, mentre si attendono preziosi arrivi ulteriori.
Non mancherebbero, poi, numerose candidature a primo cittadino che potrebbero, tuttavia, non riuscire a superare la fase della velleitaria aspirazione, della frustrata ambizione o del prevedibile fallimento, spegnendosi nel nulla.
Al ballo in maschera, infatti, o si partecipa col vestito adatto e col trucco giusto o si resta bloccati sull’uscio.