Percorrendo la circonvallazione esterna, giunti all’altezza di Casavatore, c’era uno svincolo, imboccando il quale ci si ritrovava in Via Taverna Rossa. Di fatto, tuttavia, immettendosi nel raccordo, piuttosto che raggiungere detta via, si rischiava di impattare contro una montagna di rifiuti, sistematicamente depositati sulla sede stradale a mo’ di discarica.
Pertanto, l’ente proprietario della strada, cioè la Città Metropolitana di Napoli, tempo fa, decise di chiudere l’arteria/discarica, rivelatasi foriera di costi oltremodo elevati connessi alla continua necessità di smaltire i rifiuti ivi insistentemente e metodicamente riversati.
Ebbene, pare che un autorevole rappresentante della Città Metropolitana avrebbe chiesto al sindaco di Casavatore di acquisire al patrimonio comunale lo snodo di cui trattasi. Che, così, è finito per diventare “lo svincolo della discordia”.
Come lamentato da esponenti del PD locale, Luigi Maglione si sarebbe assunto l’impegno di acquisire il tratto di strada predetto, senza tuttavia consultare alcun esponente della maggioranza né tampoco i componenti della giunta. I quali, ad ogni buon conto, preso atto dell’intento del primo cittadino, si sono apertamente dichiarati contrari, atteso che l’infausta scelta, senza recare vantaggio alcuno, avrebbe comportato l’assunzione di oneri e l’esposizione a responsabilità di varia natura.
Nondimeno, il sindaco non ha voluto sentire ragioni: il provvedimento andava votato in giunta, senza se e senza ma. E, di fronte alla presa di posizione del PD ed al conseguente voto contrario, che verosimilmente avrebbe espresso l’assessore espressione di tale compagine Vincenzo Palladino, ha pensato di aggirare l’ostacolo revocandolo al fine di abbassare il quorum necessario per l’approvazione, per poi procedere, a delibera approvata, alla “rinomina”.
Detto, fatto e confermato: ieri, sull’albo pretorio, effettivamente è stato pubblicato il provvedimento di revoca dell’assessore Palladino; dopodiché, a distanza di poche ore, è comparso altro decreto sindacale, col quale il medesimo assessore era stato rinominato.
Tuttavia, i decreti di revoca e nomina, nella serata di ieri, pare non fossero più rinvenibili sull’albo pretorio comunale; dove sono nuovamente comparsi in data odierna.
La vicenda ha comunque scatenato un effetto dirompente: si è, infatti, dimessa l’assessore alla Cultura Elsa Picaro, mentre la vice sindaca pentastellata, nonché assessore alle Politiche Sociali, Alessia De Simone, minaccia di seguire la scia della collega piddina, ove la delibera di giunta adottata ieri non dovesse essere revocata.
Allo stato, non è noto in ragione di quale “impegno” il primo cittadino si è impuntato, al punto da rischiare la poltrona, per l’acquisizione di un tratto di strada che comporterebbe solo maggiori oneri per le finanze comunali.
Ma tutto questo appare un dettaglio rispetto alla conclamata pochezza ed incapacità politica di un’Amministrazione, che ha gettato nello scoramento totale l’intera cittadinanza. Che si sente sempre più abbandonata al proprio infausto destino, e teme che, nonostante i ghiribizzi, i capricci e le infelici scelte del bizzarro primo cittadino, l’Amministrazione riprenda la sua strada. Magari giungerà nuovamente al famigerato svincolo; e, nell’occasione, memore del pregresso rischio, seguirà senz’altro il percorso alternativo suggerito dalle indicazioni, giungendo di tal guisa alla fine della sua affannosa e travagliata corsa, senza tuttavia tagliare alcun traguardo.