Occorre cambiare il nostro sguardo e quello delle istituzioni, invertendo la sua direzione. Il vero inizio del buon cambiamento si avrà quando tutti partiremo dal Sud”. È l’invito che rivolge l’arcivescovo di Napoli, mons. Mimmo Battaglia, in una riflessione sull’autonomia differenziata. “È uno sguardo culturale prima che politico – osserva –. Muove dal cuore. Per una sola volta almeno restiamo qui, quelli che ci siamo e gli altri , che sono ‘lontani’, scendano qui. Idealmente si diventi tutti insieme Sud per coglierne tutto il dolore e insieme tutta la sua grandezza. Il dolore, che porti alla riparazione dei torti subiti, pur non senza nostre colpe. La grandezza, per fare più ricca tutta l’Italia con il prezioso contributo, anche produttivamente economico, del Mezzogiorno”. Poi una riflessione a partire da se stesso: “Io, prete, sono del Sud non solo perché sono nato in un piccolo paese che dalle sue colline guarda il mare e al mare nostro si porge con la generosità della nostra antica accoglienza. Sono del Sud, non solo perché ho lavorato sempre lì, studiato lì, servito il suo popolo lì. Sono del Sud, non solo perché, per volontà del Pontefice e per grazia di Dio, sono vescovo nella più grande città del Sud. Io sono del Sud perché sono Sud. E lo sono perché condivido tutto il suo palpitare d’anime, tutto il suo sentire umano, tutta la sua grande forza creativa. Tutta la sua tristezza e il suo dolore. E tutta la sua allegrezza nella gioia di vivere. Nell’Amore. Per tutto il mondo. Amore che si nutre anche della speranza, che questo mondo, così apparentemente difficile, potrà cambiare. A partire dal più nostro piccolo, che è il cortile della nostra vita. E dall’Italia, il giardino più bello”.
Di qui l’auspicio: “Che il Vangelo e la Costituzione, in questo tempo complesso e difficile, che chiede la generosità e l’impegno politico di tutti, ci tolgano il sonno, rendano inquieti i nostri riposi, divengano un peso sulla nostra coscienza, fino a quando ogni riforma e ogni legge, anche la più piccola, non sia orientata al bene di tutti, iniziando dai più fragili, che un giorno scopriremo essere la cosa più preziosa che ci era stata data in dono dalla vita, la culla più adatta a gestare la nascita di una comunità rinnovata, fondata sulla solidarietà, sulla giustizia, sulla pace”.