Arzano. Tra poche ore l’inizio della festa dei 100 anni di una storia di un club come l’Arzanese più antica del calcio Napoli.

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Ormai ci siamo. Il centenario dell’US Arzanese  inizierà tra poche ore. Sarà una festa di compleanno col morto, visto che al momento non esiste una squadra chiamata Arzanese che porta in giro la maglia biancoceleste. Ma tant’é. Ad Arzano la gente è pronta a scendere in piazza.

Per adesso per la festa, poi non si sa mai. A proposito della Festa fervono i preparativi per i 100 anni della nascita dell’U.S. Arzanese 1924. Oggi  e domani, nel complesso monumentale della Parrocchia di Sant’Agrippino, una serie di appuntamenti per ricordare la storia dei biancocelesti arzanesi. Alle ore 18.00 il gonfalone della squadra biancoceleste è patito  dalla sede di via Roma, in piazza Cimmino la banda musicale accolto  simpatizzanti e addetti ai lavori intonando le note dell’inno nazionale e altre composizioni legate al mondo della tifoseria. Subito dopo il taglio del nastro con la sindaca Cinzia Aruta, il presidente del Circolo U.S. Arzanese Gennaro Barbato e il parroco Don Pasquale Muto, che ha messo a disposizioni i locali della parrocchia per poter far celebrare questa importante ricorrenza. Subito dopo, il dibattito “Una protagonista del calcio di provincia”  sono intervenuti  l’opinionista televisivo Enrico Fedele, il responsabile delle pagine sportive del quotidiano “Il Roma” l’arzanese Salvatore Caiazza e altri ospiti. Al termine l’apertura della mostra di fotografica e cimeli dedicata alla squadra biancoceleste.  Una mostra fotografica, magliette, cimeli e la premiazione dei protagonisti che hanno reso indelebili questi cento anni. Tutti possono portare il loro contributo, documenti, magliette, bandiere che hanno accompagnato i nostri cento anni in giro per l’Italia. La storia non si dimentica, nonostante tutte le avversità. Qualcosa di importante. Ci sarà Salvatore Caiazza, arzanese doc, redattore del Roma che parlerà della sua esperienza. Un convegno con Enrico Fedele ex Ds del Napoli e Parma. Poi Villa, Scuotto, Campilongo, e tantissimi calciatori del passato. Sarà una due giorni di ricordi, di tanta passione. Sarà qualcosa di bello. Molte premiazioni  per i tanti tecnici: Sorianiello, Granata, Fabiano ecc. Poi sarà distribuito un libro sulla storia dell’ Arzanese.

Ma abbiamo scritto in precedenza che la festa sarà un’occasione importante per riportare in piazza i tifosi, per poi vedere cosa accadrà. Il fatto è che  dalla festa ancora non si hanno notizie che possano indurre all’ottimismo. Il De Rosa resta desolatamente chiuso. Un’amministrazione comunale con gli attributi avrebbe fatto qualcosa per l’impianto comunale. Lo stadio De Rosa è chiuso di fatto dal giorno in cui l’Arzanese ha toccato il punto più alto della sua centenaria storia arrivando in serie C.

La storia la conosciamo tutti. Sembrava dover essere la chiusura di un paio di mesi per permettere i pochi lavori necessari per adeguare l’impianto alla normativa della Lega Professionisti. Sono invece passati oltre dieci anni. E lo stadio è ancora chiuso. Una vergogna senza fine per una cittadina come Arzano. Non solo manca un impianto dove far giocare la squadra cittadina, manca anche un impianto per far giocare i ragazzini del Paese. Il De Rosa ha pagato sin qui le colpe di una classe politica locale che ha visto il comune commissariato per infiltrazioni camorristiche tre volta. Un Commissario non va oltre l’ordinaria amministrazione per limiti del suo mandato.

Ma adesso da oltre due anni c’è una giunta presieduta da una donna, il sindaco Aruta. E’ vergognoso che non si sia fatto nulla. Adesso ci sono anche i soldi, grazie al senatore Silvestro che ha ottenuto che oltre un milione e mezzo fosse a disposizione per il campo. Adesso non ci sono più alibi. Ed ecco perché la festa dei 100 anni nella speranza popolare non è solo un compleanno col morto, ma la festa della rinascita.