È incredibile! Come in tanti avevano pronosticato, il Consiglio comunale odierno si è concluso in un nulla di fatto: nessun provvedimento, sindaca assente e maggioranza abbottonatissima, manco fosse la sfinge.
La proposta di deliberazione presentata dall’opposizione è stata ritenuta inammissibile in quanto non corredata dai pareri di regolarità contabile e tecnica, ritenuti necessari dal segretario comunale e dal Presidente del Consiglio comunale, che, sebbene sollecitato a tanto dal consigliere De Rosa, si è rifiutato di mettere ai voti l’ammissibilità dell’atto. Che è stato, pertanto, riproposto in diversa forma, ma senza esito: bocciato senza confronto e contraddittorio. Con riserva dell’opposizione di adire la competente Prefettura.
Chiaramente, la censura di inammissibilità della proposta di diniego in ordine alla realizzazione della cabina ha consentito alla maggioranza di non prendere esplicita posizione sulla opportunità della sua installazione, e di limitarsi a considerazioni inconferenti e inconcludenti inerenti agli effetti deleteri dell’opera in questione.
Nel frattempo, tutto scorre; anche il termine concesso al Comune di Arzano per proporre formale opposizione. Termine che, ricordiamo è di 30 giorni successivi all’ultimo giorno di pubblicazione dell’avviso concernente la realizzanda cabina elettrica.
Nel merito, gli interventi dei Consiglieri di maggioranza, in perfetto stile politichese, non hanno chiarito affatto qual è la posizione del Comune di Arzano, né alcuno ha smentito la portata delle considerazioni del dirigente dell’area tecnica, che, sebbene con riferimento ad area limitrofa a quella poi individuata, ha recisamente sconsigliato la realizzazione della cabina della discordia in virtù di tutte le motivazioni illustrate dalle opposizioni e riportate da tutti i media.
Si è continuato a discutere di impatto elettromagnetico e della necessità di valutazioni tecniche che potessero avallare le scelte politiche. Il che tuttavia confligge col pregresso modus agendi in forza del quale la sindaca e qualche consigliere di maggioranza si erano limitati a prendere atto delle valutazioni fornite dai tecnici di E-distrubuzione spa, convocati in apposita adunanza. Scontato l’esito: tutto a norma, tutto rispettoso dei protocolli, tutto della serie: Acquaiuo’, l’acqua è fresca? Manco ‘a neve!
D’altra parte, si ribadisce novellamente ciò che è ormai arcinoto e forse addirittura pleonastico: al di là della sussistenza di rischi legati all’inquinamento acustico ed elettromagnetico e a possibili incendi – rischi che nessuno si è sentito di escludere – rimane il fatto incontestabile più volte sottolineato: la realizzazione della cabina elettrica importa la cementificazione di un’area di oltre 25.000 mq. E ciò – lo ripetiamo fino alla noia – in un territorio quale quello arzanese già cementificato fino all’inverosimile inficia e pregiudica la salute dei cittadini. E questo è un dato incontrovertibile sul quale la maggioranza non ha portato, né avrebbe potuto portare, alcuna argomentazione contraria.
Ed è su questo aspetto che, per l’ennesima volta, si invita a riflettere: si consideri che molti dei comuni che dovranno essere serviti dalla cabina elettrica hanno un’estensione territoriale di gran lunga superiore a quella su cui si estende Arzano, oltre ad avere anche una maggiore disponibilità di aree non cementificate (la nostra città è seconda in Europa!). Pertanto, l’opera va necessariamente allocata altrove, senza se e senza ma. E non ce ne vogliano quei Consiglieri comunali di maggioranza che oggi quasi hanno fatto passare il diritto di critica, di opinione e di informazione quale istigazione alla violenza: molti, a loro dire, sarebbero stati minacciati da taluni cittadini. Allo stato, tuttavia, non vi è contezza di simili episodi né risultano sporte denunce in tal senso. Ma, in ogni caso, checché si dica, Prospettive continuerà ad informare la cittadinanza su questa incresciosa vicenda, dichiarandosi, apertamente contraria alla realizzazione della famigerata cabina, poiché, in virtù di tutto quanto osservato sul punto, non residuano dubbi sul fatto che l’impianto costituirebbe un grave vulnus per la salute ed il benessere dei concittadini.
L’auspicio è che a settembre ci sia ancora tempo e modo per opporsi. Diversamente gli arzanesi si ritroveranno nella condizione in cui verosimilmente si trovava la vacanziera sindaca stamani: “con le natiche nell’acqua” (ci sia consentita l’inelegante espressione!), senza però, diversamente dal primo cittadino, provare refrigerio, ma solo rabbia, delusione ed avvilimento.