ARZANO, ALLA VIGILIA DEL CONSIGLIO COMUNALE SULLA REALIZZAZIONE DELLA CABINA ELETTRICA LA GENTE È SEMPRE PIÙ INDISPETTITA ED ESASPERATA. NEL FRATTEMPO, LA MAGGIORANZA PERDE PEZZI, E L’ESITO DELLA DELIBERAZIONE NON È COSÌ SCONTATO.

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Parafrasando un famoso spot pubblicitario, verrebbe da dire: La mia città è differente!

Eh, si! Perché mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità esorta gli enti locali ad individuare nuove soluzioni innovative per ridurre l’esposizione della popolazione, ad Arzano si intende realizzare una cabina elettrica primaria nelle immediate vicinanze di scuole e abitazioni.

L’area oggetto di intervento, come da previsione del PUC, è qualificata zona “periurbana”. Il che significa che si tratta di un’area posta a ridosso del centro abitato. Conseguentemente, nel raggio di pochi metri dalle particelle dove si vorrebbe costruire la cabina, ci sono zone sensibili  e luoghi adibiti a permanenze giornaliere: ben due scuole, giardini e abitazioni. Ed è notorio che le cabine di trasformazione generano campi magnetici che non sono schermabili con i comuni rimedi.

Ma anche a voler per assurdo accedere alla tesi di parte della maggioranza per cui non sussisterebbero rischi legati all’inquinamento elettromagnetico, e pur volendo aderire all’assurdità per cui le emissioni nefaste sarebbero paragonabili a quelle di un comune citofono, mette conto osservare che la cementificazione di un’area di ben 30.000 mq è, in ogni caso, incontestabilmente dannosa per la gente.

Ad Arzano, invero, la qualità della vita è già sotto la soglia media a causa dell’inquinamento e delle connesse patologie oncologiche e cardio-circolatorie. Ed è forse addirittura superfluo ribadire che la soluzione di tali criticità non risiede nelle selvagge colate di cemento, ma nella necessità di incrementare e gestire correttamente quel poco di verde che resta.

D’altronde è fatto noto che è proprio il verde che, abbassando la temperatura dell’asfalto e dell’aria, riduce il consumo energetico per il condizionamento delle abitazioni, oltre a consentire ai cittadini di usufruire di spazi ombreggiati. Che, peraltro, conferiscono anche l’ulteriore privilegio di favorire quella socialità denegata dalla inesistenza di luoghi di incontro a tanto deputati.

È allora evidente che, piuttosto che favorire ed avallare la realizzazione di ecomostri, e anziché avallare ulteriori sversamenti di cemento, l’amministrazione dovrebbe, di contro, adottare una politica green, pensando alla realizzazione di parchi, viali e giardini.

In molti luoghi civili, i comuni stanno intraprendendo sempre più nuove iniziative per liberare le città dal cemento e dall’asfalto e permettere al verde di riprendere il posto che gli spetta.

Ad Arzano, invece, il percorso è inverso: l’onda e l’onta del cemento ancora continua ad abbattersi inesorabilmente sulla città, inerme ed in condizioni di minorata difesa: molti non potranno presenziare all’imminente Consiglio comunale che si terrà domani perché fuori città. Le stesse associazioni di tutela ambientale, in pieno Ferragosto, nulla potranno per avversare il famigerato disegno dell’Amministrazione.

Nel frattempo, il termine per proporre opposizione spira, e per Arzano l’indice che misura la qualità della vita scenderà ancora; mentre il rischio di contrarre patologie  – che già di per sé è da guinness dei primati, proprio come l’esuberante cementificazione – sarà ancora più elevato.

E di tutto questo vi è un solo responsabile: l’Amministrazione comunale.

E, allora, cittadini arzanesi, domani fate sentire la vostra voce, intervenite in Consiglio comunale e, soprattutto, guardate bene in faccia tutti color che dicendo “sì” alla cabina elettrica, ed equiparando gli effetti nefasti della stessa a quelli di un comune citofono, condanneranno noi e i nostri figli ad un futuro sempre più deprimente, incerto e miserabile, per scongiurare il quale vi sarà un unico rimedio: abbandonare la nostra cara Arzano, i nostri affetti, i nostri ricordi.

Grazie sindaca Aruta. E grazie, in particolar modo, a tutti quei consiglieri che domani, dismettendo le vesti di rappresentati dei cittadini, tradiranno il loro voto, incrementando la sfiducia nella politica locale, che, peraltro, è già a livelli infimi in ragione di ben 3 scioglimenti legati a vicende pregresse dal contorno chiaroscuro, che vedono coinvolto anche chi, da dietro le quinte, perpetrando all’infinito il suo ruolo di deus ex machina,  appare il coautore anche di questo triste disegno, la cui genesi ed il cui retroscena pare siano le prossime elezioni regionali. Un debito politico, insomma. Che pagheranno i cittadini arzanesi!