Le disgrazie non vengono mai da sole” recita un antico proverbio. E così, anche la Prefettura bacchetta il Consorzio cimiteriale.
L’ammonizione dell’Autorità prefettizia concerne la mancata approvazione nei termini di legge del bilancio di previsione 2024/2026. Che, come da decreto del Ministero dell’Interno del 22.12.2023, era da approvarsi entro e non oltre il 15.03.2024.
Sul punto tace l’Assemblea Consortile; contegno che non sorprende affatto se si pensa che anche il Comune di Arzano – la cui sindaca è componente dell’Assemblea – è in mora nell’approvazione del bilancio previsionale, ed è stato, pertanto, diffidato ad attivarsi con sollecitudine alla stessa stregua del Consorzio.
Si ricorda che l’Assemblea consortile costituisce l’organo di controllo politico-amministrativo, cui compete, tra le altre cose, l’approvazione definitiva della bozza del bilancio predisposta dal Consiglio consortile. E come potrebbe, allora, il primo cittadino arzanese pretendere dal Consorzio il rispetto della tempistica contemplata dalla legge se proprio il Comune di Arzano, sul punto, non risulta ossequioso della previsione legislativa? A Napoli, saggiamente, si suole dire: ” ‘O pesce feta da ‘a capa“!
Ennesima violazione, dunque, al Consorzio, dopo quella ancora più preoccupante recentemente contestata dall’ANAC, che ha ravvisato l’omessa osservanza della normativa dettata in materia di anticorruzione. In particolare, l’ANAC ha ravvisato una gravissima criticità sull’assetto organizzativo volto al controllo del fenomeno corruttivo, contestando un illegittimo cumulo di mansioni in capo allo stesso soggetto, che finisce, di tal guisa, per assumere, contemporaneamente, ora le vesti di controllore, ora quelle di controllato. Scomodando Stevenson, verrebbe da dire: “Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde”.
Circostanza oltremodo inquietante se si pensa che i pregressi scioglimenti del Comune di Arzano hanno avuto prevalentemente una genesi cimiteriale, e che – come emerso da atti pubblicati sull’albo pretorio consortile – recentissimamente sono stati affidati ulteriori incarichi proprio ad un operatore economico reiteratamente evocato nella relazione in virtù della quale l’Ente locale fu sciolto per infiltrazioni camorristiche. Ma siamo certi che l’Organo preposto è ignaro di tanto, poiché – come per legge e come evincibile anche dalle determine di affidamento – in sede di conferimento degli incarichi, ha espletato i controlli antimafia di rito, mediante consultazione della Banca dati nazionale.
Inizia, dunque, sotto una cattiva stella la novella consiliatura. E c’è chi paventa ulteriori sciagure. Non è infatti da escludere che sul Consorzio possa abbattersi la scure di altre Autorità di controllo, se si pensa che, a tutt’oggi, difetta addirittura il censimento dei loculi e di altri manufatti destinati alla sepoltura, nonostante l’espresso atto di indirizzo e di impulso dato dal precedente Consiglio consortile.
A cagione di tanto, il Consorzio ignora il numero dei posti di sepoltura (loculi, fosse di interro, cellette, etc.) di cui dispone. Il che, inesorabilmente incide, falsandola, sull’attività contabile ed amministrativa, atteso che l’Ente strumentale non conosce con esattezza l’entità delle entrate che, in ragione del numero di manufatti dati in concessione, dovrebbero confluire, anche a titolo di condominio e servizi generali, nelle proprie casse. Una mala gestione rispetto alla quale prevale il solito, assordante, ossimorico mutismo selettivo.