Consorzio Cimiteriale Arzano- Casavatore- Casoria: In passato troppe ombre, ora verso la legalità

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Sempre più sconcertanti le notizie che arrivano dal Consorzio Cimiteriale: il  25.02.2025, sull’albo pretorio, è stato pubblicato l’ennesimo provvedimento, che conferma un’ulteriore circostanza narrata nella famigerata nota con la quale, nell’ottobre del 2023, l’allora Presidente del Consiglio consortile, l’avvocato Giuseppe Salzano, denunciò tutta una serie di illiceità, criticità e anomalie, inopinatamente tollerate nel corso degli anni: affidamenti senza procedure ad evidenza pubblica, omessi pagamenti di oneri condominiali e servizi generali, carenze strutturali, assenza di censimento dei posti di sepoltura, intese deleterie per le casse consortili. Si tratta della delibera n. 1 del 21.02.2025, dove è scritto che, in data 03.02.2025, è stata trasmessa una nota ai legali rappresentanti delle due Arciconfraternite concessionarie del Consorzio con la quale si evidenziava che “l’esercizio del servizio pubblico di illuminazione votiva è di competenza dell’Ente Pubblico”, così come espressamente ritenuto dal patrocinatore stesso di una delle prefate Arciconfraternite; il quale, in virtù di tanto, “formalizzava alla Marovan srl (cui risulta appaltato il servizio in parola, senza preventiva procedura ad evidenza pubblica, n.d.r.) la richiesta di risoluzione del rapporto e per il dirottamento delle attività impropriamente disciplinate dal contratto in questione verso i soggetti istituzionalmente ed ex lege preposti alle relative responsabilità”. Si legge altresì nella delibera succitata che gli impianti a corredo dei manufatti gestiti dalle confraternite sono fonte di “un grave rischio e pericolo a cose e persone”, in quanto non conformi alle specifiche di cui alla normativa di settore.

Stando alla menzionata delibera, viene così fuori che dal 04.07.2015 a tutt’oggi, e, cioè, da quasi dieci anni, la Marovan srl espleterebbe illegittimamente, percependo consistenti ricavi in luogo del Consorzio, il servizio di illuminazione votiva presso i manufatti delle summenzionate associazioni religiose, che, tra loculi e fosse di interro, contano più di 8.000 posti di sepoltura, salvo diverse risultanze di un censimento, che, inspiegabilmente, non è stato ancora completato, e che testimonia che il Consorzio, giammai ha avuto precisa contezza neppure di quanto avrebbe dovuto incassare a titolo di condominio e servizi.

 

Ma non è tutto! Da pochi giorni il Tribunale di Napoli Nord si è pronunciato in ordine ad una transazione stipulata tra il Consorzio cimiteriale ed il Comune di Arzano, in forza della quale quest’ultimo ha omesso di corrispondere al primo un importo di oltre un milione di euro, la cui debenza era consacrata ed acclarata con sentenza emessa da Tribunale di Napoli, passata in giudicato, e, dunque, definitiva ed inoppugnabile. Segnatamente, il Tribunale aversano ha ritenuto valido l’atto transattivo. Con la conseguenza che, grazie ad un accordo stipulato tra il Direttore del Consorzio in carica nell’anno 2014 e il Comune di Arzano, sono sfumati dalle casse consortili più di un milione di euro; sempre che, beninteso, il Consorzio non decida di impugnare il provvedimento reso dal Tribunale normanno, e che l’adita Corte d’Appello partenopea non riformi la sentenza. Diversamente, la validità e l’efficacia della scellerata transazione diventerebbe definitiva a svantaggio anche degli altri Comuni consorziati, che, in violazione del principio della par condicio, dovrebbero rassegnarsi all’omesso pagamento da parte del Comune di Arzano degli oneri ordinari di partecipazione al Consorzio, per l’esorbitante ammontare predetto, quantunque la debenza fosse stata accertata giudizialmente. Inutile sottolineare che, anche in tale evenienza potrebbe ravvisarsi una responsabilità erariale in capo agli organi consortili, i quali avallarono lo sconcertate patto, che ha tutti i connotat…