A Nord di Napoli: mancano le strutture, gli stadi chiusi e i nostri giovani perdono una grande opportunità di fare sport

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Se la situazione non fosse drammatica verrebbe quasi voglia se non proprio di ridere, quanto meno di sorridere. Stiamo parlando delle strutture sportive dei comuni a nord di Napoli. E che nessuno di permetta di dire che coi problemi che ci sono gli impianti sportivi non possono essere considerate priorità. La fotografia della situazione è esemplare, spiega al meglio il perché dei disastri della zona. A Nord di Napoli le strutture sportive sono quasi tutte chiuse. Incredibile.  Ad Arzano, il Sabatino De rosa è ancora chiuso da quasi 15 anni , si aspetta ancora il decreto del Governo per dare l’inizio ai lavori di ristrutturazione dello stadio. Un momento molto delicato per la città. Anche il Palarea è in condizioni pietose: in questi giorni di la pioggia battente, c’è stata l’infiltrazione d’acqua, la rottura di un cancello. Purtroppo quando non c’è manutenzione è la fine.

A Casoria, lo stadio San Mauro che fino a poco tempo fa era in ottime condizioni, è chiuso. La squadra del Casoria che recentemente ha battuto in prima categoria la capolista Città di Brusciano in casa gioca le sue gare interne a Castelcisterna. Il sindaco Bene aveva promesso la gestione dello stadio, ma finora senza risultato. Stadio Chiuso senza un motivo ?

A Casavatore addirittura, il sindaco Maglione aveva quasi portato al termine i lavori: con l’erba sintetica, che rappresentava un bel colpo d’occhio. Ma la giunta che è andata a casa non è riuscita a fare un bando per l’assegnazione. Incredibile. Uno stadio terminato, non si assegna alle società del territorio.

A Grumo Nevano, la Grumese  è senza campo. Stadio chiuso e nessuno riesce a trovare una soluzione per la ristrutturazione. Il presidente Luigi Eucalipto protesta ma il sindaco Cimmino non riesce a trovare soluzione. Anche qui la squadra gioca in prima categoria e le sue gare interne le gioca a Succivo.

Ora che manchino i soldi è un dato oggettivo. Resta però l’incapacità della classe politica locale di trovare una soluzione. Ad esempio: perché non dare gli impianti in gestione a qualche società? L’ideale sarebbe che a gestirle in prima persona fossero le società che andrebbero ad utilizzarle. Ad Arzano da tempo manca la squadra di calcio, ma secondo voi non verrebbe fuori una società se avesse la piena disponibilità dell’impianto di gara? A nostro avviso si. Ma la gestione potrebbe essere concessa anche a chi non fa sport, ma lo farebbe solo per fare un investimento. Certo, nessuno tira fuori i soldi senza la possibilità di guadagnare. Ma a vostro avviso è giusto continuare a tenere chiusi gli impianti di proprietà pubblica per paura che qualche privato potrebbe guadagnarci?La sensazione è un’altra: le varie giunte hanno paura. Paura di ritrovarsi nei guai a livello personale se le gare di appalto o di concessione non fossero ritenute legali. Il che è oggettivamente un problema rilevante. In Italia basta che un Pretore in cerca di visibilità (sia ben chiaro, non tutti lo sono, ma la storia insegna che non è possibile negare questa possibilità) per creare problemi per anni. Magari poi tutto si risolve in un nulla di fatto, ma per anni si è sottoposti ad una gogna, che non è solo mediatica.Nell’altro caso, quello di affidare la gestione a chi le occupa per fare attività, il rischio che si corre è di altro genere. Anche perché chi fa calcio immagina sempre di avere il diritto di poter utilizzare l’impianto senza dover tirare fuori un centesimo. In poche parole non accetterebbe mai di dover contribuire a pagare i lavori, oltre che successivamente occuparsi della gestione dell’impianto. Ed in genere i soldi per la gestione sono quasi di pari entità. Del resto basta pensare alle assunzioni: quante società sportive sono disposte a pagare gli stipendi di personale scelto da altri?