A CASAVATORE: SPERANZA PER TUTTA LA CITTADINANZA: IN PRIMAVERA SI VOTA PER IL RINNOVO DEL C.C. e SINDACO

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La sfiducia di Maglione era un atto ormai inevitabile, sulla cui opportunità la maggioranza che lo sosteneva convergeva ampiamente.  Non fosse altro che per trovare un capro espiatorio rispetto a una politica di gestione della res publica del tutto fallimentare. Qualcuno va oltre, sostenendo che affossare Maglione significava procrastinare le formalità inerenti all’adozione del PUC, la cui approvazione avrebbe definitivamente frustrato talune esigenze volte alla ulteriore cementificazione di un territorio sovente assurto agli onori della cronaca per l’interminabile colata di cemento, che lo hanno portato al primo posto della poco lusinghiera classifica europea.

 

Sta di fatto che il piano urbanistico comunale è rimasto al palo, alla stregua della ricostruzione dell’istituto scolastico “Benedetto Croce”, della riqualificazione della villa comunale, della ristrutturazione del palazzetto dello sport, delle opere volte a rendere agibile la pista di atletica circostante il campo sportivo e l’ampio locale interrato cui si accede da Piazza 30 Luglio.

 

A proposito di campo sportivo, l’ex Amministrazione Maglione neppure è stata capace di trovare unità di intenti circa l’utilizzo dello stesso. Che, conseguentemente – sebbene recentemente ristrutturato, mediante l’impegno di un’esorbitante somma – ancora non ha aperto i battenti al pubblico né è stato affidato in concessione a privati: la struttura giace lì, in attesa che qualcuno, finalmente, si accorga della sua esistenza e della sua utilità sociale, oltre che economica.

 

Quella che è stata definita unanimemente quale “peggiore amministrazione di sempre” neppure è stata capace di addivenire alla designazione del Direttore del Consorzio cimiteriale: il secondo tentativo a tal uopo esperito è rimasto infruttuoso, dacché gli esiti delle prove sono risultati funesti per tutti i concorrenti; nessuno dei quali, a parere degli esaminatori nominati dalla giunta Maglione, è stato reputato idoneo alla carica. Che, pertanto, allo stato, continua ad essere ricoperta da un dipendente del Consorzio da ben 3 anni, senza che questi avesse partecipato ad alcuna selezione volta ad acclararne le competenze. Che, per carità!, sussisteranno pure. Ma chi l’ha mai accertato in concreto? Anche perché le capacità tecnico-professionali che si richiedono per la direzione del Consorzio pare debbano essere particolarmente elevate se si pone mente al fatto che i due pregressi bandi indetti dal Comune di Casavatore non hanno consentito di reclutare la professionalità adatta a tale delicata mansione: tutti inidonei i tantissimi partecipanti alla selezione. Almeno stando al giudizio delle commissioni. Per vero, qualcuno ha anche rinunciato last second alla competizione, e qualcun altro ha fatto recapitare certificazione medica attestante un impeditivo stato morboso. Insomma, parafrasando Manzoni pare che il destino e gli uomini abbiano esclamato all’unisono: “Questo Direttore titolare non s’ha da fare”.

 

E non si è fatto! Così come non è stato realizzato tutto quanto innanzi detto.

 

Ebbene, cosa avrebbe dovuto portare la Befana ai responsabili di cotanta inerzia e inettitudine politica? Carbone, ovviamente! Cos’altro? Cosa recapitare a chi in tre anni di pseudo amministrazione è stato incapace di realizzare ciò che, a parere dello stesso sindaco, avrebbe potuto vedere la luce in un nonnulla?

 

“Per fare tutto ciò occorre soltanto una seduta di Consiglio comunale” ebbe a dire Maglione. Nessuno gli credette: sfiducia servita, e via con la campagna elettorale. Che si sta rivelando tutta in salita per il partito che, ancora una volta, ha staccato la spina al primo cittadino: il Partito Democratico. Un partito che è alle prese con una forte emorragia interna e con una sintomatica presa di distanza da parte di tutte le forze politiche che si accingono a proporsi alla guida della bistratta città.

 

In tanti puntano l’indice contro un misterioso soggetto, ritenuto il burattinaio del locale PD, descritto come un poliedrico Mangiafuoco, divenuto deus ex machina di una formazione politica che, pur recando l’aggettivo “democratico” nel simbolo, di fatto avrebbe al timone un solo uomo. Che tuttavia, oggi, è, a parere di qualche ex compagno che ha abbandonato il partito e di qualcuno che ancora oppone resistenza – su tutti il dr. Mauro Muto – anche un uomo solo. Col quale nessuno vorrebbe addivenire ad intese ed alleanze; eccetto un pentastellato, rimasto parimenti derelitto dalla quasi totalità del gruppo territoriale.

 

Insomma, tutti scappano dall’astro con vocazione a diventare stella cometa per non ritrovarsi catapultati in una stalla. E tutti si tengono a debita distanza dall’enigmatico demiurgo piddino per non vedersi coinvolti o associati al factotum di una formazione politica reputata artefice di tutti i mali inflitti alla cittadinanza.

 

Scomodando nuovamente il Manzoni, sulle macerie del PD sembra sia stata eretta una “colonna infame”, dalla quale tutti vogliono tenersi distanti. Ed anche distinti.

 

Se così fosse, la competizione elettorale potrebbe vedere il Partito Democratico – che, allo stato, non ha ancora individuato il candidato alla carica di sindaco – correre unitamente al M5S e, secondo i bene informati, ad altra lista; sui fronti opposti sono invece pronti a scendere in campo Vito Marino, supportato da quattro liste civiche, e il duo Orefice-Capparone, che lancerebbero nell’arena politica tale Fabrizio Celaj, anch’esso sostenuto da almeno 3 liste civiche. E in siffatto scenario non è da escludere che proprio i contendenti da ultimo citati possano giocarsi la poltrona di primo cittadino in un ballottaggio che, clamorosamente, vedrebbe estromesso il partito che, fino a ieri, esprimeva ben 4 consiglieri nell’assise cittadina, due dei quali sarebbero già in rotta verso altri lidi, prima che la barca affondi, trascinandoseli a picco.

 

Ma la dinamicità della politica insegna che coalizioni e candidati sono certi solo quando impressi sui manifesti elettorali. Fino ad allora tante cose possono ancora cambiare. E noi speriamo cambino proprio molti degli attori della imminente campagna elettorale, poiché non se ne può più di tanti infingardi commedianti, nonché della moltitudine di inetti politicanti e riprovevoli faccendieri, che già si sfregano le mani all’idea di poter sbarcare il lunario sotto le mentite spoglie di rappresentanti del popolo.