«Aiutatemi a non uccidere più». Con questa frase, un badante che ha confessato di avere aiutato a morire quattro anziani, ha quasi implorato il pubblico ministero della Procura di Santa Maria Capua Vetere a fermarlo e a non fargli ripetere più gli stessi delitti. L’uomo, Mario Eutizia, 48 anni, di Napoli – in stato di fermo per omicidio aggravato – giovedì scorso aveva chiesto l’intervento dei carabinieri per confessare quattro delitti. Ha chiamato il 112 da piazza Sant’Anna, a Caserta, dopo aver vagato e dormito per due giorni in quella zona dove gli avrebbero anche rubato un vecchio telefonino.
Davanti agli investigatori l’uomo si è autoaccusato dell’omicidio dei pazienti che doveva accudire: ha detto di averli aiutati a morire somministrando loro un mix di farmaci sedativi come il Talofen e il Trittico, fino a quattro volte in più di quelle prescritte. Farmaci che lui stesso conosceva bene perché li assumeva, essendo paziente oncologico proprio come i suoi assistiti. L’uomo, dicono i pm, avrebbe così vestito i panni del cosiddetto «angelo della morte» figura studiata nella letteratura criminologica per svariati e simili precedenti. «L’ho fatto per portarli dolcemente alla morte, per compassione e misericordia cristiana e perché erano malati e soffrivano», le parole dell’uomo agli inquirenti. Poi ha aggiunto: «Continuando a lavorare come badante, probabilmente l’avrei fatto ancora».
Le vittime sarebbero due anziani di Latina non ancora identificati, perché uccisi nel 2014, e poi uno di Vibonati (Salerno) e uno di Casoria (Napoli). Il 47enne napoletano, che non è un infermiere e non ha qualifiche di operatore socio sanitario, si trova da due giorni nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. I legali, gli avvocati Gennaro Romano e Antonio Daniele, stanno valutando anche la possibilità di chiedere una perizia psichiatrica: il soggetto, con problematiche di salute simili agli anziani che ha assistito, ha chiesto lui stesso di essere fermato e ha ribadito di non essere intenzionato a fuggire.
Una confessione che all’inizio è quasi sembrata millantatoria, con aspetti romanzeschi e non del tutto chiari ma che ha trovato poi riscontro probatorio davanti al pm Annalisa Imparato tanto da far scattare l’arresto in carcere. E’ sceso in campo anche il sindaco di Casoria Raffaele Bene: “Apprendo con grande dolore la vicenda del badante che ha confessato di aver provocato la morte di quattro persone anziane, una delle quali di Casoria. La nostra comunità è particolarmente scossa, in quanto toccata dal caso più recente dei quattro, avvenuto lo scorso dicembre.”* Così il sindaco di Casoria *Raffaele Bene* commenta la tragica vicenda dei quattro anziani, uno dei quali casoriano, morti – secondo quanto si apprende dagli organi di informazione – per volontà del badante che avrebbe voluto porre fine alle loro sofferenze. *“A nome dell’intera cittadinanza voglio porgere la mia vicinanza alla famiglia della persona scomparsa dopo essere stata assistita dal badante, fermato in quanto presunto omicida. Siamo solidali con la famiglia di questo nostro concittadino defunto nel rispetto delle indagini che faranno il loro corso”* conclude Bene.