L’ulteriore cementificazione dei territori è una sciagura avverso la quale è recentemente intervenuto anche il Parlamento, che, nella Legge di bilancio 2023, ha istituito il Fondo per il contrasto al consumo di suolo, volto a finanziare interventi per la rinaturalizzazione di aree agricole in ambito urbano e periurbano e per la realizzazione di infrastrutture verdi di fruizione pubblica.
L’area sita in Arzano, alla Via Sensale, dove è prevista la realizzazione della cabina elettrica primaria, in quanto area periurbana, rientra proprio tra i suoli per i quali sarebbe possibile ottenere fondi per le encomiabili finalità indicate.
La stessa Regione Campania, aderendo all’indirizzo statale, nella seduta consiliare del 23 aprile 2024, ha approvato la Legge regionale n. 5 del 2024, con la quale è stata riformata la legge urbanistica, mediante l’adozione di una serie di misure improntate alla diminuzione di consumo di suolo e a rafforzare i processi di rigenerazione urbana dei centri abitati della Campania.
Il paradosso, nondimeno, sta nel fatto che la citata legge regionale, tra le modifiche apportate al processo di pianificazione territoriale, contempla il rafforzamento della partecipazione attiva delle comunità locali fin dal momento iniziale della predisposizione del PUC, al fine di favorire il dialogo ed il confronto in ordine al contenuto dello stesso.
L’esatto contrario di quanto è avvenuto ad Arzano, dove non solo la cittadinanza ignorava la disgraziata possibilità di allocazione di una cabina elettrica abnorme sul territorio, ma anche la stragrande maggioranza degli stessi Consiglieri comunali non ne aveva contezza. Di più: pare che della cabina della discordia – che occuperà una superficie di oltre 25.000 mq di area verde ad esclusivo vantaggio delle imprese operanti sulla zona industriale e di altri comuni contigui ad Arzano – non sapesse neppure la Giunta nella sua interezza, essendo stati coinvolti, ad onta della collegialità dell’organo, i soli assessori con delega ai lavori pubblici e all’ambiente.
Allo stato, dunque, ad Arzano sembrerebbe che le decisioni che contano, incluse quelle che incidono notevolmente sulla qualità della vita della gente, sono nelle mani di pochi. Circostanza che sta facendo scricchiolare la maggioranza: più di un consigliere – chi in modo palese, chi in modo latente – si associa al grido di allarme di un’opposizione che non è affatto disposta ad accettare l’edificazione su una delle poche aree verdi residuate ad Arzano di un’opera incontestabilmente dannosa, che, in quanto tale, nessun comune – inclusi quelli disponenti di enormi distese di zone verdi e di un’estensione territoriale di gran lunga superiore a quella arzanese – ha voluto ospitare.
Incoscienza, ignoranza, indolenza? Cosa avrà spinto i comuni viciniori ad opporsi alla realizzazione della cabina in questione? E, soprattutto, cosa e chi avrà spinto affinché l’opera fosse realizzata proprio ad Arzano, a dispetto della sua modesta dimensione territoriale (solo 3 chilometri quadrati), peraltro già occupati per la stragrande maggioranza (83%) da colate indiscriminate di cemento?
A noi è dato unicamente sapere che l’iniziativa è partita dalla Regione Campania, compulsata da E-Distribuzione spa; che a giugno si è votato per le Europee; che a ottobre 2025 si voterà per le regionali in Campania. E non è da escludere che a quella data le urne sinistre possano illuminarsi grazie alla ormai tristemente nota cabina elettrica, che, si spera, possa far accendere la luce anche sui tanti inquietanti interrogativi concernenti la sua genesi.