Gaetano Romano, bomber di razza racconta la sua storia da calciatore. Arzanese doc.

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“Cosa dire della mia carriera? Diamo giusto qualche numero: ho vinto 7 campionati, più 7 Coppa Italia, 4 di serie D, 3 di Eccellenza. Con la Paganese ho vinto addirittura uno scudetto dilettanti. Tutto sommato direi di poter dire di essere soddisfatto, che ne dite”?

Testi e musica di queste parole sono di Gaetano Romano, che da poco ha compiuto 50 anni essendo nato il 16 maggio del 1974. Uno che ha Arzano nel Dna, Pur essendo nato a Napoli, ad Arzano ha mosso i suoi primi passi nel mondo del calcio. “Assolutamente. Ho iniziato a giocare con l’A.C.R Sant’Agrippino. Era un altro calcio, in quella squadra giocavamo tutti i ragazzini che frequentavano la Chiesa di Arzano. Oggi ci sono le scuole calcio, all’epoca c’erano gli oratori. Poi ancora ragazzino sono passato all’Arzanese. Inizialmente con la Juniores, per approdare subito in prima squadra. Due anni straordinari per me e credo per l’Arzanese. Il primo anno ci salvammo. Al secondo anno arrivò la vittoria nel campionato di Eccellenza. Lo dico? A si, lo dico, senza falsa modestia. Quell’anno vincemmo il campionato, anche, non solo, ma anche grazie ai miei gol. Andai a segno ben 18 volte. Di Arzano ho un ricordo meraviglioso. Da quel giorno inizia a portarmi dietro un soprannome, il “Cigno di Arzano”. Di soprannomi ne ho avuti anche altri. Quando giocavo alla Palmese divenni “il Gladiatore”. A Barletta mi chiamavano “il Cobra”, magari perché ero velenoso sotto porta. Un soprannome questo che ancora mi porto addosso. Ma ad essere sincero il “Cigno di Arzano” è quello che preferisco”.

Ad Arzano i primi passi, poi in tante altre squadre, sempre col vizio del gol: alla fine della carriera sono stati più o meno 300…

“Ad essere sincero non lo so con precisione. Non ho mai portato una contabilità precisa, anche perché una volta fatto un gol, vinta una partita, un campionato o una Coppa Italia non mi sono mai fermato troppo a pensarci. Immediatamente il pensiero era già sul prossimo gol, sulla partita successiva, su un altro campionato da vincere. Magari non mi sono goduto abbastanza per quello che ho fatto. Ma alla fine se ho fatto tanti gol, vinti tanti campionati è stato proprio per questo motivo. Non mi sono mai sentito appagato, sempre proiettato sul futuro”.

Alla fine soddisfatto della sua carriera? “Si, ho giocato a lungo, fino ai 40 anni. Mi sono tolto grandi soddisfazioni, indossando maglie prestigiose come quelle di Casertana, Benevento, Avellino, Paganese, Barletta, Siracusa ,Gladiator, Acireale, oltre a quelle dilettanti. Dovunque sono stato ho buoni rapporti con i tifosi. Segno che il mio modo di giocare, la mia professionalità sono sempre state apprezzate”.

Ci sarà stato un momento difficile?

“A San Giuseppe Vesuviano. Mi sono rotto il crociato, era il 2000, ed io avevo appena 24 anni. E’ stato un momento difficile, avevo paura di non tornare il calciatore che ero. Ricordo ancora che per recuperare la condizione ho dovuto faticare tanto. Ma sembrava tutto inutile. E’ stata una ripresa lenta, durissima. Non mi sono mai arreso, ed alla fine sono tornato ad essere me stesso”.

E adesso?

“Adesso a 50 anni ovviamente non posso più giocare, anche se mi diverto sempre con gli amici. Ma amo troppo il calcio. Adesso sto percorrendo la strada di direttore sportivo. Spero di avere le stesse soddisfazioni avute da calciatore”. Termina qui l’intervista a Gaetano Romano, un arzanese che mostra la sua professionalità