Se in Campania parlando di calcio parli del Kaiser tutti sanno che il riferimento è a Franco Villa. Il Kaiser, appunto. Oggi ad 82 anni resta un punto di riferimento per gli appassionati. Non allena più, ovviamente, ma parlare con lui è sempre un piacere.
Pochi ricordano che la leggenda dei Kaiser è iniziata proprio ad Arzano. Parliamo del 1977, quasi 50 anni fa. “E’ vero, nell’estate del 1977 fu organizzato un torneo tra i vari bar cittadini. Può sembrare una banalità, ma posso garantire che all’epoca si trattava di eventi molto seguiti. Io ebbi la fortuna di essere chiamato da Tonino Simonetti a guidare la squadra del Bar 2000. Vincemmo il torneo, battendo per 1-0 il Bar San Biagio. . Simonetti è stato uno dei maggiori dirigenti del calcio campano. Ha vinto campionati in tutte le categorie. Fece uno squadrone. C’erano tra gli altri D’urso, Rossetti, Trabucco, Raffaele, Di Marzio. Io ebbi la fortuna di guidare questa squadra. L’anno dopo furono tutti acquistati dall’Arzanese, e decisero di affidarmi quella squadra. Mi vengono ancora i brividi a pensare a quel campionato. C’era un entusiasmo pazzesco, ogni settimana almeno 3000 spettatori al De Rosa. Facemmo 50 punti. Attenzione, parliamo di un campionato di 16 squadre, e a quei tempi la vittoria dava solo 2 punti. Facemmo 50 punti su 60 disponibili. Purtroppo incappammo in un’Ercolanese di Benito Montalto che di punti ne fece 51. L’anno dopo io vinsi il campionato a Giugliano. Ma poi tornai ad Arzano. E questa volta vincemmo il campionato. Per arrivare in serie D poi dovemmo vincere i play off. All’epoca c’erano due promozioni dell’Eccellenza alla Serie D per la Campania. C’erano tre gironi, per cui alla fine le vincenti si sfidavano tra di loro. Noi fummo promossi insieme al Casoria, andò male alla Sangiuseppese”.
Fu una promozione storica, e non solo per la carriera del Kaiser. “Vero, fu per l’Arzanese la prima promozione in serie D della sua storia. Ricordo ancora che quando fu sancita la nostra promozione, eravamo al Partenio di Avellino, i tifosi scandivano il mio nome. Quel coro “Villa, Villa” lo sento ancora oggi, a distanza di 45 anni. Ho avuto una carriera importante, ho vinto molti campionati, anche di livello professionistico, ma le emozioni provate ad Arzano sono state uniche. Posso dire che la vittoria di quel Torneo dei Bar è stata la vittoria più importante della mia vita”.
Un amore con Arzano ricambiato dai tifosi: “Vero. Ancora oggi in tanti mi chiamano. Ci sono anziani che mi hanno visto allenare l’Arzanese, ma anche ragazzi che non erano ancora nati, e che semmai hanno sentito parlare di quella squadra dal papà o dal nonno. E’ un dolore per me vedere che al momento non ci sia un’Arzanese. Ma sono ottimista. Ed il giorno in cui riaprirà il De Rosa per vedere la maglia biancoceleste in campo io ci sarò”.